Polemiche per una campagna promozionale
La Torre di Pisa crolla colpita dalla pubblicità


di Candida Virgone

PISA - Ora, più che pensarci, ci ha provato anche la Ras. La Torre Pendente di Pisa, una delle sette meraviglie del mondo moderno, viene spesso usata per immagini pubblicitarie, ma non sempre in senso positivo. La compagnia di assicurazioni, infatti, in questi giorni ha riempito le pagine dei giornali nazionali con una gigantografia della torre che crolla colpita nella manovra di retromarcia di una station wagon rossa. E qui parte la pubbliatà: a guesto non ci avevo pensato - recita - ci pensa Ras, aggiungendo qualcosa che definire improponibile è poco, e cioè: i grandi danni diventano piccoli contrattempi. Ma a Pisa nessuno, ovviamente, può dirsi contento per «questo piccolo contrattempo», soprattutto in un momento così delicato per il monumento. E non ci si limita a fare gli scongiuri. C'è chi pensa ad azioni penali, come il presidente dell'Opera della Primaziale pisana (organismo che tutela i monumenti di piazza dei Miracoli), Ranieri Favilli, o il primo cittadino, Piero Floriani che intende studiare la formula per un copyright che sia almeno in grado di selezionare le immagini che riguardano la Torre. «E' veramente di cattivo gusto - osserva Floriani - che si sfrutti un problema per molte persone serio con dei fini commerciali, per questo proporrò alla Primaziale di studiare una formula in grado di tutelare l'immagine della Torre limitando il diritto di sfruttarla».
Molto contrariato anche Favilli, che giudica azioni di questo tipo molto dannose dal punto di vista dell'immagine. «Valuteremo in sede legale - aggiunge - la possibilità di querelare gli autori dell'iniziativa e di stimare gli eventuali danni». «Scherzare in questo momento così difficile per la Torre può essere veramente deleterio» - commenta infine Michele Jamiolkowsky presidente del Comitato di consulenza per la salvaguardia del campanile, un comitato pendente a livello burocratico, da anni, almeno quanto il monumento. E lo studioso non perde l'occasione per sottolineare la situazione dei lavori fermi da almeno due anni, vittime delle lentezze burocratiche.
E la vicenda ha un precedente. Nel luglio scorso infatti una industria trevigiana, sempre con pubblicità a tutta pagina su quotidiani nazionali e in tutte le reti televisive, vantava la sicurezza delle sue pareti da costruzione in acciaio di fronte all'insicurezza della Torre di Pisa. E si parlava del campanile come capolavoro insicuro e delle «reti Hd Pittini, hight ductility», come di «una generazione di reti per l'edilizia in acciaio antisismico in grado di offrire il doppio della sicurezza fra le pareti di casa». Un chiaro intento ironico è indubbio, ma anche, come sottolineò all'epoca Floriani, tanta presunzione.
E un vago senso del buon gusto si potrebbe aggiungere, perchè i messaggi pubblicitari, soprattutto se raccolti da persone molto semplici, possono anche influenzare negativamente, in particolare per un monumento chiuso da sette anni al pubblico per lavori di consolidamento. Con altrettanta ironia però rispose uno studioso d'arte pisano Piero Pierotti. «I clienti della ditta Pittini - disse - saranno lieti di sapere che le loro pareti, benchè diritte e comunque elevabili fino alla stessa altezza della torre, 58.36 metri, potranno godere di garanzia per un periodo equivalente, quindi per 823 anni». Ma c'è anche chi sa sfruttare l'immagine del monumento. La Torre infatti è riprodotta sulla pubblicità che reclamizza una carta di credito australiana che unisce tre servizi, fatta dalla Visa insieme alla Quantas per intendera l'Alitalia dell'Australia, e la Telstra, la società telefonica del nuovo mondo, ed è riprodotta sulla carta stessa. E il campanile pendente è in ottima compagnia. Giganteggia infatti insieme alla statua della Libertà, al Big Ben di Londra alla Tour Eiffell di Parigi e all'Opera House di Sidney, simboli dei più diversi angoli del vecchio continente e del nuovi mondi.


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